Quando ho iniziato a programmare il mio percorso alla scoperta di realtà casearie nuove, artigianali e di nicchia mai avrei pensato di incontrare la stessa filosofia nel cercare di creare qualcosa di ricercato, diverso….ribelle!

Con le dovute proporzioni sia chiaro (io per ora ho in mano solo la passione…) ma la mentalità di Vitale è coinvolgente oltre che pienamente condivisibile. Ma andiamo con ordine.
Nella splendida cornice delle colline del Prosecco, poco più avanti di Conegliano, subito dopo Refrontolo e sú di una ideale terrazza panoramica su Valdobbiadene spunta tra i vigneti una piccola stalla di quattro vacche pezzate rosse. Siamo a Farra di Soligo e con il suo ettaro e mezzo di vigneto incontro Vitale Girardi e la sua Malga Ribelle.

Terreno calcareo, a medio impasto con roccia conglomerata di origine marina qui nasce Vitale, il vino, Glera rifermentato in bottiglia (ovviamente piccole percentuali tra Verdiso, Bianchetta e Perera. Gran cura del terreno e delle sue componenti, erbe spontanee comprese che Vitale sfalcia nel sottofila della vite e lascia crescere nell’interfila. Le stesse erbe Tarassaco, menta, ortica le si può apprezzare in etichetta dove sono riprodotte così come sono.

Azienda agricola che nasce nel 2017. Prima Vitale Girardi completa gli studi di Enologia al “Cerletti” (Scuola Enologica a Conegliano) per poi ottenere la Laurea triennale di Enologia e la Magistrale in Agraria. Dopo l’esperienza di consulente e le esperienze vissute tra Nuova Zelanda, Italia e Francia sente il richiamo della terra e in una sorta di ribellione si riappropria delle vacche e con un pizzico di sfrontatezza mista a coraggio dà vita a Malga Ribelle, per l’appunto.

Ed è proprio con questo spirito ribelle che oggi vive la propria esperienza di ricerca in qualcosa che non sia scontato. Mi porta tra i filari raccontando i suoi progetti vinicoli e caseari, ho anche la possibilità di annusare il fieno di primo e secondo taglio, rispettivamente più grossolano e meno floreale l’uno, ricco di fiori e ad ampia tessitura l’altro, per le sue quattro pezzate rosse. Ribelle sì ma con testa e senza correre, perché il numero limitato di capi gli permette di lavorare il giusto latte per creare i suoi interessanti formaggi. Lavorazioni a latte crudo, non pastorizzato e non scremato.

Tra la stanza di stagionatura e il laboratorio di preparazione si evince una persona dalle idee ben chiare ma ripeto non scontate. Nelle chiacchiere iniziali scopriamo di aver frequentato a distanza di un mese l’uno dall’altro lo stesso corso all’Accademia Internazionale di Arte Casearia.

I formaggi di Vitale sono genuini, di ottima fattura e utilizzando un termine vinicolo, verticali. Si evince lo spirito e la bontà di Malga Ribelle. Caciotta di venti giorni e caciottone di circa 60 giorni accompagnano i calici di Vitale, sì perché la beva è indiscussa. Sono curioso di assaggiare quelli più stagionati e magari sentire cosa ne pensa dei miei formaggi casalinghi. Una cosa è certa… è solo l’inizio della ribellione!!!

Ultima chicca della giornata faccio la conoscenza della sua compagna anche lei produttrice di vino, ma in Alto Piemonte, Silvia Barbaglia. Ma questa è un’altra storia…
Se passate in queste zone dove il Prosecco la fa da padrone e siete mossi dalla Vitale curiosità di conoscenza non esitate a contattarlo.
Bella storia.. complimenti.
Questi sono sempre viaggi affascinanti, ricchi di umanità, lavoro, passione e fatica. Sono esperienze che aiutano a comprendere e crescere.
Il bello delle passioni che muovono sempre esperienze positive